Parlaci un po’ di te.
Dopo il diploma ho lavorato in qualità di impiegata di commercio presso l’Amministrazione cantonale. Ho cessato definitivamente l’attività lavorativa a maggio 2016, a seguito di un’emorragia celebrale/ictus, che mi ha portato un’emiplegia della parte sinistra del corpo. Dopo una lunga riabilitazione presso la clinica Hildebrand di Brissago, sono rientrata al domicilio e alla mia quotidianità. Attualmente sono beneficiaria di una rendita AI.
Come hai reagito alla malattia e cosa è cambiato nella tua vita?
Inizialmente la reazione alla malattia è stata un mix di sensazioni e stati d’animo contrastanti: paura, smarrimento, profonda tristezza, consapevolezza, rifiuto, rabbia,… Diciamo che la mia vita è cambiata in toto sotto tutti i punti di vista. Non poter più lavorare mi è pesato molto, ora il vuoto lavorativo è spazio e tempo guadagnato per fare ciò che mi piace e soddisfa. Grazie alla costante e regolare fisioterapia e ergoterapia ho reimparato a camminare (dalla carrozzina all’ausilio del bastone che mi aiuta negli spostamenti). Per quanto riguarda la funzionalità del braccio, ahimè il danno è permanente, ma riesco a cucinare e a svolgere piccole faccende di casa, con l’ausilio della sola mano destra. Un traguardo enorme, ottenuto non senza difficoltà, ma che mi ha molto gratificato
Cosa vuol dire essere una mamma con un problema di salute?
Essere una mamma con una disabilità comporta sicuramente dei problemi strettamente legati all’età dei figli. Alice all’epoca era una giovane donna spensierata. Inevitabile, anche perché figlia unica, caricata di responsabilità pratiche ed emotive, che ha saputo affrontare con grande determinazione e coraggio. Non ti ringrazierò mai abbastanza Alice!
C’è un messaggio che vorresti lanciare?
Un messaggio che vorrei lanciare a chi convive con una disabilità è quello di imparare a vivere le situazioni attraverso altre prospettive. Trarre beneficio fisico ed emozionale da piccoli miglioramenti, passi avanti o riconquiste; questo arricchisce e fortifica.